domenica 8 febbraio 2009

Paolo e Francesca

Arrivai là

dove la notte non passa

e nulla, nulla può il giorno.

Imponente, lì, strana creatura

intorno persone, ma non del mio mondo.

Ed angoscia, arriva e non chiede

"quanto dista il sorriso da qua?"

la tempesta, dai pensieri, io vidi per terra

rumori di gente e città.


"C'è un posto" coscienza mi disse

"dove il vento l'amore non lascia".

dove le anime sanno volare

e l'amore è nascosto, stretto tra le braccia.

Lanciai lacrime in aria

e ne vennero due, che il dolor non separa.

Con il viso ed il passo di chi

toccando la terra racconta una storia.


"Io il cielo lo vidi

dove il fiume riabbraccia la madre"

ed il cielo, tu sai,

o porta nuvole, o porta amore.

E viaggiammo, viaggiammo davvero

dove neppure la vita si spinge

e ad un tratto gli occhi che guardavo

eran gli occhi di quello che piange.


Lancillotto ci insegnò la strada,

ad amarci, o a morire di gioia.

Noi col viso bianco di vita

con l'anima addosso, l'anima in gola

leggemmo di un bacio

che il buio ancora non c'era.

E toccò le mie labbra

il vento era forte, era già primavera.


Ed erano anime, una parlava

l'altra singhiozza, a dipinger la sera.

E rubaron le forze, come ruba chi ha fame

al mio corpo sfinito, al mio corpo che cade.

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