domenica 10 luglio 2011

Nel buio, con gli occhi chiusi

Qui, la notte giaccio.
Nel buio, con gli occhi chiusi
m'immagino uguale a Dio.
E l'anima, e la vita
mi treman tutte.

mercoledì 25 marzo 2009

Ventisei Marzo, Desideroso del semplice.

Io, dimmi perchè la notte
ti amo
domani vado a farmi consolare
se piango
se ho tempo
prima ti conto
una
poi ti conto gli atomi di quanto sei bella
e ancora mi invento
le parole
e le metriche
dei mille paradisi che sei
poi ti ringrazio perchè struggi il cuore
e finchè vivo, in queste commoventi condizioni
finchè non mi piango ogni energia
godo della grazia
che ingenua mi hai insegnato.

martedì 24 marzo 2009

Venticinque Marzo

Tu grappolo d'uva,
io la mia bocca.
Tu che sopporti una piccola pressione
e poi esplodi di colore nel mio buio.
Senza volere delle scuse,
martire per i miei denti ingordi,
semmai mi riempi le pareti dell'anima
col tuo zucchero generoso.

domenica 1 marzo 2009

Il bacio













Questi baci di nessuno
che sanno di morte e vita
insieme
che sanno di guerra
e Chopin che la racconta
dimmi
quanto ancora li odierò, questi baci?
Quando il mio cuore
esploderà di te, dove andrai?
Mi busserai
sulla lapide del senno?
Io, amore, cuore, sono ebbro d'angoscia.
E andrò da solo,
con le gambe che non mi ascoltano
dove la commozione di vivere
nasce e muore.

sabato 21 febbraio 2009

Pensiero

Chi ebbe l'accortezza di crearci
pensò bene di non farci
da subito
pensanti e coscienti.
A una cosa immensa
come il bellissimo amore
non ci si può approcciare certo
da un giorno all'altro.
Pertanto, nel nostro crescere ed esistere
vi è una gradualità
nel capire l'amore, ad iniziare
dal nostro venire al mondo.
Riusciamo così
ad evitare di emozionarci tanto
da esplodere in piccoli pezzi
nel tentativo di abbracciare qualcuno.

domenica 8 febbraio 2009

Paolo e Francesca

Arrivai là

dove la notte non passa

e nulla, nulla può il giorno.

Imponente, lì, strana creatura

intorno persone, ma non del mio mondo.

Ed angoscia, arriva e non chiede

"quanto dista il sorriso da qua?"

la tempesta, dai pensieri, io vidi per terra

rumori di gente e città.


"C'è un posto" coscienza mi disse

"dove il vento l'amore non lascia".

dove le anime sanno volare

e l'amore è nascosto, stretto tra le braccia.

Lanciai lacrime in aria

e ne vennero due, che il dolor non separa.

Con il viso ed il passo di chi

toccando la terra racconta una storia.


"Io il cielo lo vidi

dove il fiume riabbraccia la madre"

ed il cielo, tu sai,

o porta nuvole, o porta amore.

E viaggiammo, viaggiammo davvero

dove neppure la vita si spinge

e ad un tratto gli occhi che guardavo

eran gli occhi di quello che piange.


Lancillotto ci insegnò la strada,

ad amarci, o a morire di gioia.

Noi col viso bianco di vita

con l'anima addosso, l'anima in gola

leggemmo di un bacio

che il buio ancora non c'era.

E toccò le mie labbra

il vento era forte, era già primavera.


Ed erano anime, una parlava

l'altra singhiozza, a dipinger la sera.

E rubaron le forze, come ruba chi ha fame

al mio corpo sfinito, al mio corpo che cade.

mercoledì 4 febbraio 2009

E' successo.

E' successo che io vi voglio bene.
Vi spiego meglio.
Sto affrontando un enorme, terribile dolore. Forse sta già risolvendosi naturalmente, forse ce n'è ancora un bel pò. Ma di dolore ne proviamo tanto, come vita vuole, e non è questo che voglio ricordare.
E' successo che nel fondo marcio e scuro del dolore, quello che più dista dalla luce, ho sentito come una diversa consistenza, e mi sono incuriosito.
E vi giuro, sotto il viscido e l'appiccicoso ho trovato dell'amore.
Così ora vi voglio bene. Ed è così palese che per combattere quest'enorme cruccio la chiave sia l'amore, che mi chiedo come prima sia scivolato in secondo piano.
Sarà che qua, tutto è buio e viscido.
Però ora va meglio, amici miei. Va meglio perchè io vi voglio bene, e ve ne voglio tanto, ve lo meritate tutto. Ve ne voglio al punto che ho voglia di far nomi e cognomi, e magari stupirvi, perchè pensavate di contare molto meno per me.
Beh, sappiate questo. A chiunque mi ha amato, o ha agito per il mio bene, io auguro una vita felice, e molto di più. Agli sciroccati che, oltre ad amarmi, mi stanno insegnando l'arte, seppure siano considevorelmente di meno, auguro lo stesso quantitativo di felicità, cosìcchè ad ogni cuore ne tocchi di più.
E' successo che il mondo è un pò come sappiamo, e senza amore il mondo non cambia. Quindi vi voglio bene, non un bene indotto dalla ragione, ma un bene chimico che combatte il male stringendolo forte, senza armi.
Ve ne voglio e ragiono su questo, non viceversa.
E se mi avete sorriso, io l'ho visto, se mi avete arricchito in qualche modo o ci avete provato, vi starete chiedendo se nell'elenco ci siete anche voi.
Certo che ci siete. Non dimentico facilmente, e farei un sacco di cose per regalarvi un sorriso. Davvero Grazie, amici miei.

mercoledì 28 gennaio 2009

Nessi Perduti

Nell'
Essere
Stolto e
Simmetrico
Imito

Proporzioni
Errate
Rubando
Dagli
Universi
Testi ed
Impeto.

lunedì 19 gennaio 2009

Gennaio

Mi aprirei a te
come il loto
ti berrei
con la bocca del naufrago.
Pagherei degli sconosciuti
per piangere per me
e degli altri
per dirti che mi dispiace.

domenica 11 gennaio 2009

Fabrizio

In un vortice di polvere 

gli altri vedevan siccità.

A me ricordava 

la gonna di Jenny 

in un ballo di tanti anni fa 


Sentivo

la mia terra 

vibrare di suoni, era il mio cuore 

e allora perché coltivarla ancora, 

come pensarla migliore


Libertà

l'ho vista dormire 

nei campi coltivati 

a cielo e denaro, 

a cielo ed amore, 

protetta da un filo spinato 


Libertà

l'ho vista svegliarsi 

ogni volta che ho suonato 

per un fruscio di ragazze 

a un ballo, 

per un compagno ubriaco 


E poi se la gente sa, 

e la gente lo sa che sai suonare, 

suonare ti tocca 

per tutta la vita 

e ti piace lasciarti ascoltare 


Finii con i campi alle ortiche 

finii con un flauto spezzato 

e un ridere rauco 

e ricordi tanti 

e nemmeno un rimpianto



Talvolta, il gesto più bello che possiamo compiere, è scivolare umilmente in secondo piano.
Mi rendo conto della difficoltà che si incontra, nel cercare di spendere solo due parole su Fabrizio.
E' successo che io lo scoprii solo pochi anni fa, forse è stato meglio così però. Scoprirlo prima, quando lo spirito non era pronto neanche un pò, avrebbe rovinato il mio secondo mondo.
Fabrizio, oggi tante persone diranno belle parole e stronzate su di te.
Domani una buonissima parte di queste persone avrà già molta poesia in meno tra i pensieri.
Avrei anni di cose da dirti, a te che sei forse il mio migliore amico, e neanche ti ho mai potuto dire grazie. Bè, amico mio, grazie. Oggi, più di ogni giorno, la scena è tutta tua. Ma infondo lo è stata sempre. 

sabato 10 gennaio 2009


Essere sorretti da una melodia
esserlo davvero
significa avere poco di più importante.
Tutti quei cambi di tono, mi rendo conto,
se fossi nato in altra maniera
mi avrebbero ucciso da diverso tempo.
La gente parla, schiamazza anzichè cantare
credo sia assurdo.

mercoledì 7 gennaio 2009

Benvenuti nella macchina
qua le lacrime servono
a rallegrare il motore.
I boati qua crescono
sono sempre più vicini.
I colpi di scena sono
quelli che non vorremmo.
C'è un meraviglioso assolo di vapori,
e c'è un posto anche per voi,
tra queste catene.
Voi siete i benvenuti, nella macchina.

martedì 6 gennaio 2009

Come vorrei fossi qui

Come vorrei fossi qui.
Per te preparerei un letto caldo,
col freddo che fa.
Vorrei fossi qui a parlare delle stelle,
di quanto il mondo è cattivo.
O se vuoi parla solo tu,
io ti guardo e muoio.

lunedì 5 gennaio 2009

Tre e sedici

Un sassofono rauco
come la voce di nonno
che ha visto tutto, o così crede.
Un rullante, che ogni tre secondi
ti riporta sull'attenti
come una madre che ti vuole bene.
Degli acuti che la pelle si alza e fugge
e tu lì, senza più la pelle, ma che importa.

La sedia elettrica e il tavolo elettronico

L'uomo che emula la natura
e il vibrare delle sacre corde.
Ma al cuore mica dispiace,
il cuore segue anche loro a vibrare.
E ringrazia.
Ringrazia e manda più sangue
al suo scemo contenitore.

domenica 4 gennaio 2009

Le strade d'altri mondi

Capita spesso di sentire delle voci
dietro l'anima
voci familiarissime di persone che non conosco
e spero sempre siano persone.
Da sdraiato si avvertono di più,
mi ripetono i pensieri sottovoce
a un volume assordante.
Mi chiedo che vogliono, da me.
Se hanno bisogno d'amore, che lo dicano.
Potrei abbracciarli, se solo non fossero enormi.
Giungono a me passando per una strada
che neanche ho mai sognato.
D'ora in poi le voci diventano due.
O se non altro, se ne avverte una gigantesca, vicino alla faccia,
e una dove la mente arriva appena.
Ed entrambe urlano uguale.
Entrambe sottovoce, ed ho paura.

Tributo alla Vita


Vorrei nutrirmi di te, come il pane
che regalo allo stomaco
e finisce nel sangue, e io divento pane.
Accompagnare, con gentilezza,
la banalità fuori dagli occhi.
Così da poter usare, per te,
parole come angelo,
cuore,
voglio piangere,
ti amo,
vieni amore,
voglio morire con te.
Qui, adesso.


lunedì 29 dicembre 2008

Stavolta non ti canalizzo, bastarda.
Non penserai di fiorire in una poesia.
In una bella poesia.
Rimani, esplodi pure dentro me.
Esplodi.

venerdì 26 dicembre 2008

Ventisette Dicembre

Come io t'ho amato
neppure la terra gira.
Non così veramente, ti giuro.
Mi fai male tutti i giorni di sangue e baci.
Mi hai fatto male alla gola
che il suo naso ora gocciola dell'ultimo pianto
ora stringe una palla che anche io sento.
Quando esisti di più dentro i ricordi
stringo le mani
cercandone altre in mezzo
ma mi buco le mie con le dita
che si sorprendono da dietro.

venerdì 19 dicembre 2008

L'arte e l'amore mio

Io l'arte non lo so, vi giuro, non lo so quando la conobbi.
Se sia stato in un pianto, o in un giorno come un altro, vi ripeto che lo ignoro.
Ma benchè non sappia da quanto, lei adesso passa il tempo ad abbracciarmi.
Strana cosa l'arte. Con quelle mani che a volte sono amore, e a volte tu ti senti così piccolo che piangi più forte, a farti sentire da lei.
E ti porta in un posto, lei sempre ti fa camminare svelto.
Se ti sta conducendo in un abisso o al più bel lieto fine, dio mio, non lo sai ancora.

Voi immaginatevi una ragazza bellissima, di un bello d'altri posti, che a pensarla il cuore grida e scalcia.
Voi non sapete se v'ama, perchè lo dite voi stessi che ancora non sapete che diavolo è l'amore. Ma a costo di tradirvi voi l'amate. L'amate là dove si incontra scopare e scrivere poesie.
Lei sorride, vi sta vicino. Ma non sempre vi guarda negli occhi.
Ci sono momenti in cui guarda qualsiasi altra cosa, pur di non incrociarli. I vostri occhi. Che se avessero le mani la dipingerebbero mille volte.
Tutto il resto s'allontana, fa il suo corso. La tua vita, con o senza di lei, è già lei.
Ma ti danni, cristo, ti danni perchè non la possiedi ancora, ancora ti sfugge perchè a quanto pare l'amore non basta.
Ecco l'arte, che ogni volta che la nomini ti viene da cantare quant'è bella.
Io la ricordo bene, ha i capelli d'oro. Quando penso a lei, non penso subito a baciarla.
Immagino prima un enorme velo, rosso o azzurro, che ci avvolga bene. Un piccolo, strettissimo mondo ovattato che fa addormentare gli occhi e asciuga le lacrime.
E ci moriresti con lei, perchè senza di lei sarebbe ancora peggio.

Amore mio, chissà dove sei ora. Quanto ti avrei guardata ancora.


domenica 14 dicembre 2008

Chopin e le lacrime

Non sono fatto per vivere cent'anni
così come tu non m'ami
anche le mie ore sono poche.
Guardano tutti quando sembro non esserci
ma sono ed esisto, come mai prima e come nessuno.
Ahimè, esisto sempre di più.


Voi provate, un giorno che i vostri sentimenti si sono mossi più del solito, ad ascoltare le mani di Chopin. E lui comparirà lì, davanti a voi, in una dimensione dove il tempo è uno scherzo, e la vita pure.
Dove tutto quel che conta, è che lui vi sta insegnando ad amare.

Aria



Le curve dolci
dolcissime
Dio solo sa quanto sei mia.
Maledetta, amore mio,
mi stai dando l'aria
col tuo sorridere sempre
Mi stai dando la morte,
la morte più dolce.

venerdì 12 dicembre 2008

Suzanne




Nel suo posto in riva al fiume

Suzanne ti ha voluto accanto

e ora ascolti andar le barche

ora puoi dormirle al fianco

sì lo sai che lei è pazza

ma per questo sei con lei

e ti offre il tè e le arance

che ha portato dalla Cina

e proprio mentre stai per dirle

che non hai amore da offrirle

lei è già sulla tua onda

e fa che il fiume ti risponda

che da sempre siete amanti

e tu vuoi viaggiarle insieme

voi viaggiarle insieme ciecamente

perché sai che le hai toccato il corpo

il suo corpo perfetto con la mente [...]


Fabrizio De Andrè

giovedì 11 dicembre 2008

Il Mare e il Vento

Oggi il mare era
come un gigante accerchiato dalla terra
che stordito
sbuffava di niente.
E il vento a dargli ragione
il vento appresso a lui,
in quel cielo
così uguale al mare
già con gli occhi lucidi.






Chissà quale folle pittore spera ancora, quando ritrae la nostra terra, di arricchirla di qualcosa. C'è già tutto, non vedete? Quando la dipingiamo, limitiamo il nostro tentativo a un regalo, una parte di noi da regalare alla terra stessa.
Ci siamo dentro, al quadro più bello.

mercoledì 10 dicembre 2008

Ho fame della tua bocca

Ho fame della tua bocca, della tua voce, dei tuoi capelli

e vado per le strade senza nutrirmi, silenzioso,
non mi sostiene il pane, l’alba mi sconvolge,
cerco il suono liquido dei tuoi piedi nel giorno.

Sono affamato del tuo riso che scorre,
delle tue mani color di furioso granaio,
ho fame della pallida pietra delle tue unghie,
voglio mangiare la tua pelle come mandorla intatta.

Voglio mangiare il fulmine bruciato nella tua bellezza,
il naso sovrano dell’aitante volto,
voglio mangiare l’ombra fugace delle tue ciglia 
e affamato vado e vengo annusando il crepuscolo,
cercandoti, cercando il tuo cuore caldo
come un puma nella solitudine di Quitratúe.

Pablo Neruda


Neruda mi ha catturato da subito. Senza chiedere nulla mi ha catturato, sgomitando tra mie passioni. Ho fatto il suo incontro un bel pò di tempo fa, e forse allora lui mi conosceva meglio di me.

Solo da poco ho scoperto il perchè di tanta attrazione. Le parole di Neruda sono semplici, non celano secondi fini, nè chissà quali alchimie verbali. Ecco cos'era. Il modo in cui amava. Amava amare, ed era un terribile esteta. Nutriva un sentimento di carne per le comuni mortali, che diventavano angeli sotto le sue parole cangianti. E lui guardava, guardava con gli occhi e piangeva di gioia, come l'artista fa con il suo capolavoro.

Pablo è morto d'amore, in un esplosione di sensi che alcuni sognano. E questo mi legava a lui. L'incapacità di sopportare così tanto amore, così tanta bellezza.

Come lei che mi guarda, che non c'è più e ancora mi guarda.